La Luna ben visibile nel cielo, anche diurno in molte giornate, ha una luminosità intensa di notte. Nella lunga stagione dell’umanità, in cui le notti non avevano altra illuminazione se non il cielo stellato e la Luna, non è difficile immaginare quanta attenzione essa abbia attirato su di sé. Una luminosità variabile, che rivela parti parziali della luna fino al suo totale svelamento nelle notti di plenilunio.
Mi immagino quanta attenzione essa potesse attirare su di sé.
La velocità del suo transito e le diverse porzioni mostrate, osservabili in un periodo molto breve, che sarebbe stato ad un certo punto di questa storia dell’umanità definito in ventotto/ventinove giorni, ha generato la prima contabilità del tempo che passa: da un ciclo all’altro, un mese dopo l’altro e infine la successione dei mesi hanno consentito di seguire lo spostamento del Sole nello Zodiaco, definendo l’anno.
Il calendario lunare è stato la prima forma di contabilità dei giorni: Indù, Babilonesi e Cinesi sono stati fra i più antichi estensori di calendari e presto si accorsero che i dodici mesi lunari lentamente perdevano la sintonia con la stagionalità della natura legata al Sole, per cui si misero in atto correttivi per mantenere la sintonia fra la successione lunare e quella solare. A tutt’oggi restano tracce di questo calendario luni-solare nel calendario ebraico e nel calendario della liturgia cristiana per collocare la data della ricorrenza della Festa di Pasqua. Il mondo islamico continua ad utilizzare un anno lunare, con un piccolissimo correttivo, cosicché il calendario lunare islamico anticipa ogni anno il suo inizio di 11 giorni rispetto al calendario solare.
Grande attenzione dunque alle fasi della Luna; il mondo antico che contava su queste per fare i suoi conti, si accorse molto presto che esistevano delle precise relazioni fra queste fasi lunari e la coltura della terra; ancor oggi in tanta parte del mondo questa attenzione è presente nella tradizione agricola, ed in particolare nella viticoltura, i cui vari processi sono tradizionalmente regolati secondo le fasi lunari; più precisamente, secondo la tradizione agricola, ogni pianta dovrebbe essere seminata e curata in accordo con le fasi lunari: la fase crescente della Luna stimolerebbe lo sviluppo delle foglie e la crescita verso l’alto, mentre in fase calante si dovrebbero seminare gli ortaggi da bulbo e da radice in modo da favorire la loro crescita verso il basso. Permane, in molte tradizioni, questa attenzione anche in piccole cose, come il taglio dei capelli o il confezionamento di conserve alimentari. Sebbene per questo tipo di pratiche vi sia stata una sorta di diffidenza da parte della scienza, è tuttavia innegabile che le fasi lunari abbiano un influsso sul movimento delle maree.
Mi immagino i nostri antenati e l’umanità tutta, nella sua lunga storia, quale fascinazione possano aver subito dalla Luna e quali e quanti attributi possano averle assegnato. A lei si rivolgevano per pronosticare il futuro i Cinesi, e gli antichi Drudi compivano riti, affidati alle Vestali per conoscere le sorti del popolo (di questo rimane una eco nella Norma di Vincenzo Bellini, con l’invocazione alla Luna, Casta Diva).
Mi immagino i nostri antenati e l’umanità tutta, nella sua lunga storia, quale fascinazione possano aver subito dalla Luna e quali e quanti attributi possano averle assegnato. A lei si rivolgevano per pronosticare il futuro i Cinesi, e gli antichi Drudi compivano riti, affidati alle Vestali per conoscere le sorti del popolo (di questo rimane una eco nella Norma di Vincenzo Bellini, con l’invocazione alla Luna, Casta Diva).
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