Quanti occhi puntati sulla luna piena, nei secoli in cui di
notte non vi era altra luce che quella del cielo stellato. Quanti occhi l’hanno
osservata e quante riflessioni sul senso di quella luna, che si fa tonda,
bianca, luminescente ogni quattro settimane. Quanti pensieri, quante
osservazioni, quante associazioni si sono poste quegli sguardi di quegli occhi
puntati al cielo, soprattutto quante riflessioni sul significato di quell’evento
sulla vita degli uomini. Un evento così, che certe volte davvero continua a
lasciarci con il naso all’insù a bocca aperta anche a noi, che guardiamo da
tutto il lucore della nostra moderna esistenza, non poteva non porre
interrogativi, stimolare osservazioni, indurre conclusioni.
La cultura popolare, legata alla terra, ci ha tramandato
alcune di queste osservazioni: gli animali sembrano eccitati dalla luna piena,
i cani abbaiano al cielo, e persino alcuni uomini si trasformano in lupi
mannari aggressivi e pericolosi. Secondo le leggende, il lupo mannaro è un uomo
colpito da una maledizione che lo costringe a trasformarsi in un lupo feroce e assetato
di sangue nella notte di luna piena. Su questa leggenda si è sbizzarrita la
narrativa e la cinematografia dell’orrore, per cui essa è ampiamente
conosciuta.
Si tratta di leggende, eppure la letteratura medica e
psichiatrica ha descritto una sindrome che avrebbe colpito alcune persone
durante le notti di plenilunio inducendo loro atteggiamenti animaleschi,
riconducibili al lupo. In tempi più recenti l’esistenza di questa patologia è
stata messa in dubbio anche dalla stessa psichiatria. La scienza nega che ci
sia una relazione fra pleniluni e inquietudine degli animali, e ancor di più
che gli uomini possano subirne gli effetti. Tuttavia le osservazioni comuni ci
rimandano sia a qualche abbaiamento in più nelle notti di plenilunio, sia a qualche
forma di sonno disturbato negli umani. Non ci saranno spiegazioni scientifiche,
ma l’osservazione ci fornisce un quadro di riflessioni.
Su questo tema si è soffermato un ricercatore in un suo
libro, Ti sembra il caso, il quale
sulla base di un’analisi condotta secondo i criteri della scienza, sembra dare
proprio ragione a chi sostiene che il sonno nelle notti di plenilunio sia più
leggero e quindi più facilmente disturbato.
Insomma non c’è bisogno di scomodare i licantropi e i lupi
mannari per fermarsi a riflettere, come hanno fatto alcuni ricercatori svizzeri
che hanno compreso che le notti di luna piena sono nemiche di Morfeo, e la
causa sarebbe che nelle notti di plenilunio diminuisce la produzione di melatonina.
Il chiaro di Luna dunque tiene svegli, ne sapeva qualcosa
Beethoven.