venerdì 13 gennaio 2017

La differenza con la Naturopatia e con altre discipline è dunque legata alle conoscenze e all’impianto metodologico?

Vorrei sottolineare che l’Ayurveda ha una sua struttura completa che si compone di anatomia, fisiologia, analisi delle differenti costituzioni individuali e analisi attenta di come si possa perdere e ritrovare la salute. L’Ayurveda dalle sue origini, si componeva di otto differenti settori:

· Kayachikitsa - Medicina Interna
· Shalvatantra - Chirurgia
· Shalakia Tantra - Oftalmotorinolaringoiatria
· Kaumabarabhritya - Pediatria
· Agadatantra - Tossicologia
· Bhutavidya - Psichiatria
· Rasayana - Scienza del Ringiovanimento
· Vajikarana - Scienza degli Afrodisiaci

Ancora oggi, chi si accosta agli studi di Ayurveda, deve affrontare questi studi, anche se in parte restano pura conoscenza, perché ad esempio la Chirurgia non è stata più praticata, neppure in India, dopo la dominazione inglese, che rese illegale la pratica dell’Ayurveda. 
Bisogna poi considerare che, nel corso dei secoli, l’Ayurveda ha dato forma alla scienza del Ringiovanimento, anche se meglio sarebbe dire del rinvigorimento, con una serie complessa di pratiche e contestualmente ha acquisto e specializzato le tecniche del massaggio, che oggi vanno variabilmente sotto il nome di massaggio indiano o massaggio ayurvedico. 
La conoscenza, anche seria di queste pratiche e la professionalità con cui possono essere attuate, fa sì tuttavia che si abbia una conoscenza settoriale di modalità che possono anche diventare terapeutiche, ma resta una conoscenza settoriale, che non assurge a conoscenza del sistema Ayurveda e di conseguenza di quella che è la condizione umana nello stato di salute e priva di questo stato.
Lo stesso ragionamento è applicabile alla Naturopatia, infatti quand'anche essa appartenga a scuole sufficientemente serie, non ha una sua precisa completezza di conoscenze; è difficile trovare scuole di Naturopatia che diano un impianto solido di conoscenza anatomiche e fisiologiche; spesso c'è un po’ di tutto, ma tutto è un po’. 
La situazione però si aggrava quando sotto il nome di naturopatia ci si insinuano, come dicevo, le differenti pratiche per trattamenti specifici, vuoi massaggio o riflessologia, che sono ottime pratiche, ma restano pratiche, che quando esulano dal puro trattamento di benessere, dovrebbero essere guidate da chi conosce quali effetti positivi e fianco negativi esse possano dare. Ancor più discutibile è il voler far rientrare nella Naturopatia quelle metodiche che pur rivolgendosi ad una sorta di benessere, non hanno nessuna conoscenza di come il corpo si comporti; ad esempio, proporre diete non avendo una precisa conoscenza di come si comporti il corpo in certe situazioni può essere controproducente.
Tuttavia l’aspetto più rilevante che distingue l’Ayurveda dalla Naturopatia, è che l’Ayurveda ha una sua precisa ideologia cui riferirsi. L’Ayurveda segue una filosofia che indirizza l’uomo nella sua vita, non soltanto per stare in buona salute, ma per vivere in armonia con se stesso e con l’ambiente circostante e che gli chiede di darsi quegli strumenti necessari per la sua evoluzione spirituale.
Purushartha è il termine che racchiude questa filosofia, che parte dall’assunto che l’uomo è espressione dell’Assoluto, del divino potremmo dire, e che la sua essenza è spirito, e che per questo deve trascendere la sua fisicità per raggiungere il Divino-Assoluto, e riunirsi a Lui.
Da questa idea nasce la visione dell’uomo, la considerazione dello stato di salute, dei modi per mantenerla, perché è in essa che si realizza la liberazione, ovvero il fine ultimo di ritornare al Divino. E da questa idea nasce la visione dell’Universo e della Natura, all’interno della quale l’uomo è collocato e con la quale l'uomo deve costantemente colloquiare per il benessere di tutta l’umanità.
L’Ayurveda diviene così semplicemente lo strumento per adempiere un percorso esistenziale.

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