lunedì 16 ottobre 2017

Il dono di INDRA

Al saggio Bharadvaja viene consegnato il messaggio dell’Ayurveda, che consisteva nella conoscenza di questi tre pilastri...eziologia, sintomatologia, terapia. Subito Charaka si prodiga ad aggiungere che...questi tre pilastri riguardano tanto gli individui in buona salute quanto i malati.


Da questo ventiquattresimo versetto del primo capitolo si evincono due fondamentali concetti, il primo riguarda l’eziologia, ovvero la ricerca delle cause della malattia, che precede la sintomatologia, ovvero l’analisi dei sintomi con cui una malattia si manifesta; si tratta di un importante valutazione, che verrà poi confermata nel dettaglio in più parti del testo, riguardante la manifestazione della malattia, secondo la quale i sintomi appaiono come conseguenza di una causa, che potrebbe essere attiva da tempo, prima che si manifesti in una qualche forma che diviene appunto sintomo. La conoscenza delle cause è il punto saliente del secondo concetto, quando riguardi gli individui in buona salute; infatti la conoscenza delle cause, che inducono la malattia, è fondamentale per non ammalarsi.

Se richiamiamo all’attenzione il primo dei tre valori dell’esistenza terrestre, così come l’avevano individuati i saggi, preoccupati dall’insorgenza delle malattie, il Dharma, inteso come rispetto delle regole per restare in armonia con l’ordine universale, si chiarisce ancora di più quale sia la visione dell’Ayurveda, relativamente allo stato di salute e alla malattia.

La prevenzione – il termine non è del tutto appropriato, soltanto usato qui come indicazione approssimativa – secondo questa antica lettura del mondo, è la logica conseguenza di un naturale rispetto per il mondo circostante: l’individuo è collocato in un ambiente e con quello interagisce; questa interazione coinvolge tutti gli individui e ognuno di loro ha la responsabilità di mantenersi in salute anche per consentire a tutti gli altri di restare in armonia con l’ordine universale e di conseguenza la salute dell’individuo è causa primaria per la salute di tutti.

Ho detto che prevenzione non è termine del tutto appropriato, in quanto questo termine ha assunto nella nostra cultura il senso di attuare un insieme di operazioni atte a contrastare il realizzarsi di eventi non desiderati, per cui, per esempio si pongono dei dissuasori per impedire che si transiti in un certo luogo al fine di evitare ingorghi o, come accade in tempi più recenti, aggressioni o attentati; in ambito medico si previene l’insorgenza dell’influenza nelle persone debilitate con una opportuna vaccinazione, da effettuare all’inizio della stagione, in cui quel malanno potrebbe diffondersi. Non è questo il significato da attribuire all’idea che ha l’Ayurveda di mantenersi in salute, perché non c’è bisogno di mettere in atto specifici interventi per contrastare l’insorgere della malattia, dovrebbe essere infatti sufficiente il rispetto delle regole per restare in armonia con l’ordine universale, e conseguentemente attenersi agli altri due valori dell’esistenza, Artha e Kama.

Il primo dei tre pilastri indicati da Indra diviene così l’essenziale strumento per mantenere la salute e, contestualmente, il punto di partenza per affrontare lo studio della malattia, che si completa con l’analisi dei sintomi. Infatti, è nel contestualizzare la sintomatologia e nel risalire alle cause che sono all’origine di quei sintomi, che si potrà porre in atto la terapia. Soltanto questo percorso può riguardare gli individui che hanno perso la salute e si trovano nello stato di salute. L’estensore del versetto 24 aveva pertanto ben chiaro cosa riguardasse chi era in salute e chi invece era malato; distinzione di non poco rilievo, che fa dell’Ayurveda non soltanto una medicina, e neppure non soltanto un medicina preventiva, ma è filosofia di vita.



Il versetto 24 si chiude con l’affermazione dell’eternità del dono di Indra...i tre pilastri sono eterni rivelati da Brahma fin dall’origine. L’ordine universale è contestuale alla Creazione dell’Universo, e in questo ordine si colloca anche l’Ayurveda.



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