martedì 28 febbraio 2017

Sulla Luna

Alfons Maria Mucha - La Luna, 1902
Stampa su tela (80 x 60 cm)
Sulla Luna, per piacere,
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.
Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.
Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.
Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella Luna
lui da un pezzo ci sa stare…
A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile 

anche quando è disperato.
Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla Luna e sulla Terra
fate largo ai sognatori!

Gianni Rodari

mercoledì 15 febbraio 2017

Lunatica



Oh, non giurare sulla luna, l’incostante luna che si trasforma ogni mese nella sua sfera, per paura che anche il tuo amore si dimostri, come la stessa luna, mutevole.
Così Giulietta si rivolge a Romeo che sta giurando il suo amore sulla Luna. Mutevole, cioè incostante, variabile, volubile. Quella stessa Luna che aveva indicato agli uomini come misurare il Tempo, con i suoi veloci passaggi, diviene presto, per quella stessa ragione simbolo di tutto ciò che non dura nel tempo, che mostra una diversa faccia, e quindi non è affidabile.
I latini derivarono dal nome Luna, lunae, l’aggettivo lunaticus,a,um, con il signficato di lunatico, maniaco, ed anche epilettico, e indicavano con questo aggettivo ciò che è effimero, e nominavano così chi vive sulla Luna, ovvero chi non ha particolare senso pratico e lunaticus era pure chi non aveva una buona vista, chi soffriva di particolari malattie che ne annebbiavano la vista.
Non erano sfuggite né la variabile di posizione nel cielo, né le variazioni che via via si presentavano sulla faccia della Luna, agli attenti osservatori che seguivano quei movimenti come forma di misurazione del tempo, e che, osservando anche la ripetitività dei cicli femminili, pressoché della medesima durata di un ciclo lunare completo, non tardarono a trasferire sulle donne gli aggettivi che avevano utilizzato per la luna, e così il termine lunatico finì per indicare anche il variare degli umori femminili, ma soprattutto le donne divennero inaffidabili.

Potere della Luna!

Per sapere qualcosa di più sulle variazioni della faccia lunare ci volle Galileo Galilei, il quale nel 1610 scrisse nel Sidereus Nuncius: “Invero non solo i confini delle tenebre e della luce sulla Luna appaiono diseguali e sinuosi, ma, il che suscita ancora maggior meraviglia, appaiono molte cuspidi lucenti entro la parte oscura della Luna, assolutamente indipendenti dalla parte illuminata e distanti da essa non certo di un piccolo intervallo; queste, a poco a poco, passato un po’ di tempo, aumentano in grandezza e in splendore, e invero dopo due o tre ore si congiungono a tutta la restante parte luminosa che ormai si è ampliata”. 
La scienza ha compiuto un lungo percorso e conosciamo molto meglio come funzioni la Luna con le sue rotazioni e con le sue rivoluzioni, ma la mentalità popolare muta lentamente, così la Luna è ancora mutevole, laddove l’aggettivo non è usato in modo positivo, è ancora incostante, ed è, come nessun altro astro, lunatica; sarà per questo che i giudizi sulle donne non sono poi così tanto mutati?

giovedì 9 febbraio 2017

Stregati dalla Luna


Quanti occhi puntati sulla luna piena, nei secoli in cui di notte non vi era altra luce che quella del cielo stellato. Quanti occhi l’hanno osservata e quante riflessioni sul senso di quella luna, che si fa tonda, bianca, luminescente ogni quattro settimane. Quanti pensieri, quante osservazioni, quante associazioni si sono poste quegli sguardi di quegli occhi puntati al cielo, soprattutto quante riflessioni sul significato di quell’evento sulla vita degli uomini. Un evento così, che certe volte davvero continua a lasciarci con il naso all’insù a bocca aperta anche a noi, che guardiamo da tutto il lucore della nostra moderna esistenza, non poteva non porre interrogativi, stimolare osservazioni, indurre conclusioni.
La cultura popolare, legata alla terra, ci ha tramandato alcune di queste osservazioni: gli animali sembrano eccitati dalla luna piena, i cani abbaiano al cielo, e persino alcuni uomini si trasformano in lupi mannari aggressivi e pericolosi. Secondo le leggende, il lupo mannaro è un uomo colpito da una maledizione che lo costringe a trasformarsi in un lupo feroce e assetato di sangue nella notte di luna piena. Su questa leggenda si è sbizzarrita la narrativa e la cinematografia dell’orrore, per cui essa è ampiamente conosciuta.
Si tratta di leggende, eppure la letteratura medica e psichiatrica ha descritto una sindrome che avrebbe colpito alcune persone durante le notti di plenilunio inducendo loro atteggiamenti animaleschi, riconducibili al lupo. In tempi più recenti l’esistenza di questa patologia è stata messa in dubbio anche dalla stessa psichiatria. La scienza nega che ci sia una relazione fra pleniluni e inquietudine degli animali, e ancor di più che gli uomini possano subirne gli effetti. Tuttavia le osservazioni comuni ci rimandano sia a qualche abbaiamento in più nelle notti di plenilunio, sia a qualche forma di sonno disturbato negli umani. Non ci saranno spiegazioni scientifiche, ma l’osservazione ci fornisce un quadro di riflessioni.
Su questo tema si è soffermato un ricercatore in un suo libro, Ti sembra il caso, il quale sulla base di un’analisi condotta secondo i criteri della scienza, sembra dare proprio ragione a chi sostiene che il sonno nelle notti di plenilunio sia più leggero e quindi più facilmente disturbato.
Insomma non c’è bisogno di scomodare i licantropi e i lupi mannari per fermarsi a riflettere, come hanno fatto alcuni ricercatori svizzeri che hanno compreso che le notti di luna piena sono nemiche di Morfeo, e la causa sarebbe che nelle notti di plenilunio diminuisce la produzione di melatonina

Il chiaro di Luna dunque tiene svegli, ne sapeva qualcosa Beethoven.