giovedì 20 luglio 2017

A proposito di trattamenti ayurvedici...

Prendo spunto da una serie di richieste, che si sono succedute in questi ultimi tempi, da parte di alcune persone, che si sono rivolte al nostro Centro, per usufruire di alcune delle tradizionali terapie ayurvediche, come ad esempio lo Shirodhara o l’Akashitarpana.
Alla richiesta, solitamente, si risponde con una serie di altre domande, la principale delle quali è la ragione per cui si ponga questa richiesta, infatti si tratta di due trattamenti terapeutici che pur avendo una medesima modalità di svolgimento si adattano a seconda della tipologia della persona e dell’obiettivo da raggiungere. Si tratta infatti di trattamenti mirati, che vengono messi a punto per una precisa situazione, che è specificamente presente in quella persona, ovvero non sono trattamenti protocollari.
Lo Shirodhara, ovvero la colata di olio sulla fronte, è oggi praticato in molte SPA, come terapia rilassante, con una durata prefissata e una modalità di svolgimento altrettanto prefissata, a prescindere da chi si sottoponga a questo trattamento, il che è l’esatto opposto di qualsiasi trattamento ayurvedico, che è costantemente mirato ad una persona e ad un suo particolare bisogno in quel momento.
Scendendo nei particolari, Shirodhara allevia i disturbi della testa e degli organi di senso, che possono distinguersi in disturbi di Vata (dolori alla testa, perdita dei capelli, perdita dell’udito, esaurimento mentale, insonnia, ecc.), in disturbi di Pitta (sensazione di bruciore alla testa e al corpo, disturbi infiammatori, congiuntivite, faringite, sudorazione eccessiva, disturbi della vista, disturbi del sangue, herpes, ecc.), disturbi di Kapha (eccesso di muco, obesità, digestione debole, mancanza di appetito, sonno eccessivo, stanchezza inibente, ecc.).
A seconda dunque dell’obiettivo da raggiungere, muta la durata della colata di olio, che è di 30’ per i disturbi di Vata, 40’ per i disturbi di Pitta e 50’ per i disturbi di Kapha.
E muta non solo la durata, ma anche la scelta dell’olio da far colare, così, ma solo a titolo esemplificativo, si utilizza olio di sesamo per disturbi di Vata e di Kapha, olio di sesamo e ghee o di sesamo e liquirizia per i disturbi di Pitta; e infine muta anche la temperatura dell’olio. E, se proprio vogliamo scendere in particolari più strettamente terapeutici, si possono utilizzare in alcuni casi specifici altre sostanze al posto dell’olio, come il latte medicato o una miscela di acqua e di olii particolari.
Da chi dipendono tutte queste scelte? Dal terapeuta che, in ascolto della persona interessata, si pone ad individuare come intervenire.

Shirodhara avulso da tutte queste specificità può rappresentare al massimo un piacevole momento di relax, che, appunto, si può trovare bello e pronto presso le SPA.
Ecco dunque chiarito perché alla domanda di disponibilità a fornire la prestazione dello Shirodhara si risponde con altre domande, finalizzate a comprendere come poterlo fornire. Spesso le persone interpretano queste domande come eccessive o fastidiose, abituate come sono a prenotarsi il trattamento in una SPA e a ottenerlo tout court, magari di durata prestabilita di 20/25’, tale che oltre la piacevolezza della carezza dell’olio sulla fronte, non si può ottenere altro.
Concludo osservando che uno Shirodhara una tantum è un ottimo modo di guadagnare per lo esegue, ma assolutamente inutile per chi lo riceve, infatti, se si vuole utilizzarlo come strumento atto ad alleviare un disturbo, ha bisogno di un certo numero di trattamenti da eseguire in un tempo determinato, possibilmente al mattino.

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