mercoledì 5 aprile 2017

Plenilunio di Pasqua


Il primo Plenilunio dopo l’equinozio di primavera determina la Pasqua.

La Pasqua degli ebrei (Pesach) cade infatti il 14° giorno del mese di Nisan; siccome i mesi nel calendario ebraico iniziano con la Luna Nuova, il quattordicesimo giorno coincide con il Plenilunio. Pesach, festa rituale che ricorda la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto e il suo esodo verso la Terra Promessa rappresenta il momento chiave della riscossa degli ebrei, sotto la protezione del Signore, come si può leggere nel Libro dell’Esodo. Dio, tramite Mosè, indica agli ebrei come essi potranno abbandonare lo stato di schiavitù in Egitto e iniziare il loro percorso di liberazione, malgrado la ferma opposizione del faraone. Dio manda a dire agli ebrei di segnare lo stipite delle loro case con il sangue dell’agnello sacrificato "Io vedrò il sangue e passerò oltre, colpirò invece con il mio castigo l'intero Egitto e a voi non succederà niente". L’espressione biblica passare oltre nella lingua ebraica, in cui l’Esodo è scritto originariamente, è appunto resa con il termine Pesach. 

La Pasqua cristiana che celebra invece la resurrezione di Gesù, fu fissata dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. nella prima domenica dopo il primo Plenilunio successivo all’equinozio di primavera. La celebrazione della Pasqua presso i Cristiani segue un rituale molto preciso, che prevede un periodo di preghiera e di digiuno, la Quaresima, che dura appunto 40 giorni, e termina con il Giovedì Santo che ricorda la celebrazione del Pesach da parte di Gesù, secondo il rituale ebraico, chiamata nella liturgia cristiana Ultima Cena, al termine della quale Gesù fu arrestato processato e messo a morte tramite crocifissione, di cui resta memoria nella liturgia del Venerdì Santo (Via Crucis), per resuscitare appunto la domenica seguente.

Entrambe sono comunque festività che rappresentano un passaggio, un cambiamento di stato. Il Plenilunio ancora una volta rappresenta una condizione di profonda meditazione sulla condizione umana e sulla possibilità che ad ogni individuo si apre di poter cambiare, uscire dalla condizione di schiavitù in cui si trova per scegliere una dimensione differente, di libertà e di autonomia. Può sembrare enfatico parlare di schiavitù, eppure la schiavitù non si identifica soltanto con la perdita della libertà e il dover servire in catene un padrone; schiavitù è anche la condizione umana che corre dietro a molteplici impegni, molti dei quali assolutamente privi di qualsiasi contenuto; schiavitù è farsi condizionare dalle mode che impongono divise, giochi, modelli di identificazioni e di appartenenze; schiavitù è diventare preda di obblighi senza i quali non si può continuare a vivere, e che oggi preferiamo chiamare dipendenze, ma il mutare nome non muta la sostanza.

Il Plenilunio nella storia dell’Umanità indica che anche dalle condizioni che maggiormente ci incatenano si può uscire, ci si può liberare per guardare verso una nuova prospettiva di vita fondata sulla libertà.

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